SOS centrocampo: dov’è finito il vecchio muro invalicabile?

Analizziamo uno dei problemi della compagine rossoblù

Marco Zucca
23/09/2014
Approfondimenti
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Il Cagliari domenica pomeriggio è naufragato in quel dell’Olimpico. Dopo le prime tre giornate, è appena uno il punto conquistato dai rossoblù, terzultimi in classifica. Numeri da inizio stagione, sia ben chiaro, non occorre fare drammi ma analizzare lucidamente la situazione, che potrebbe presto divenire critica, nonostante il tecnico Zeman tenga lontani gli allarmismi.
Ma qual è il problema principale di questa quadra?
Tralasciando il discorso portiere e punta abile di testa, sicuramente il centrocampo, punto di forza nelle scorse stagioni e improvvisamente incapace di ben attuare le due fasi, quella difensiva e quella offensiva. Il capitano Daniele Conti è l’unico a cercare di smistare rapidamente il pallone verso le fasce, dalle quali dovrebbero giungere i pericoli maggiori per le compagini avversarie. Tuttavia, troppa è la lentezza del giro palla, e in questo modo si diventa prevedibili.
Gli interni rappresentano il punto interrogativo più grande. Ekdal non è ancora entrato in condizione, e si vede: rinuncia agli inserimenti in avanti, ma nemmeno rientra in copertura. Sua, infatti, la responsabilità sul vantaggio atalantino firmato Estigarribia nella seconda giornata. Dessena, recuperato dall’infortunio, non ha ancora avuto la chance da titolare, e si è visto sopraffare nelle gerarchie da un Joao Pedro che, se dovesse giocare come a Roma i prossimi match, finirebbe per essere una futura “meteora” del nostro calcio. Più che scontata la frase: “Quanto sarebbe stato utile Husbauer”. Recriminare sui fallimenti di mercato però non serve a nulla.
Crisetig, invece, nel corso delle prime due partite ha dimostrato di avere sì assimilato gli schemi di Zeman, ma non ha ancora la maturità di ragionare rapidamente.
Soluzioni possibili? Ritornare al trio che più è capace di garantire la giusta affidabilità, ovvero Dessena (abile negli inserimenti), Ekdal (col suo pressing asfissiante e il piede educato) e Conti (che dovrebbe essere il vero direttore d’orchestra).
Se un centrocampo funziona, è logica conseguenza una buona prestazione di difesa e attacco. Che da domani sera, contro il Torino, si possa di nuovo ammirare un trio delle meraviglie che crei una barriera invalicabile ma, soprattutto, diverta e faccia segnare.

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