Il quartiere di Castello a Cagliari è, per antonomasia, il quartiere dei palazzi nobiliari, degli edifici e piazze storiche, strade e vicoli testimoni di secoli di storia, che i suoi palazzi raccontano ad attenti visitatori.
Tra i tanti e pregevoli palazzi del quartiere Castello, uno dei più noti e riconosciuti è certamente Palazzo Boyl, un edificio in stile neoclassico costruito nel 1840 da Carlo Pilo Boyl, architetto del Regno di Sardegna, Conte di Villaflor, Marchese di Putifigari, Generale d’artiglieria e Comandante del Regio Arsenale di Cagliari, e discendente di Filippo Pilo Boyl che aiutò gli Aragonesi a sconfiggere i pisani.
Lo stile del palazzo riprende quello delle preesistenti Porte cittadine note come Porta del Regio Arsenale e di Porta Cristina, anch’esse opere di Carlo Pilo Boyl.
Lo stile neoclassico del palazzo, riprendendo dunque lo stile molto in voga all’epoca, è decorato da una balaustra in marmo abbellita da quattro statue raffiguranti le quattro stagioni; al centro invece è raffigurato lo stemma della casato: una mano che tiene un ciuffo di capelli (per la famiglia Pilo, pilu in sardo), un toro (boi in sardo, per la famiglia Boyl) e i pali rossi su sfondo dorato (simbolo di Aragona).
Sotto lo stemma si legge l’iscrizione evocativa dell’anno di edificazione del palazzo: COMES KAROLUS PILO BOYL EX MARCHIO PUTIFIGARI INSTAURAVIT ANNO MDCCCXL.
Adiacente al palazzo, e quasi inglobata, troviamo un delle porte di accesso alla città, nota come la Porta del Leone (rinominata poi in maniera errata come Porta delle Aquile) costruita dall’Architetto Giovanni Capula nei primi anni del 1300 il quale, su richiesta dei pisani, aveva creato il sistema di fortificazione del Castello proprio in vista di un possibile attacco degli Aragonesi.
Proprio questa torre è un testimone fedele della storia dal momento che dovette subire, resistendo, ben tre attacchi pesantissimi; il primo attacco risale al 1708 ad opera degli inglesi, seguito dall’assedio spagnolo del 1717 (che lo privò della parte superiore) ed infine l’attacco francese del 1793. A ricordo di ciò, furono collocate tre palle di cannone sulla facciata del palazzo.
Attraversando la torre si accede invece la porta, è possibile osservare sulla sinistra una stele funeraria romana, murata alla torre insieme ad alcune iscrizioni purtroppo coperte da intonaco piuttosto datato.
Intorno al 1800 il palazzo passa alla famiglia Rossi la quale lascia il segno sulla facciata riportando l’iniziale del cognome scolpita su alcune finestre che si affacciano sul lato delle scale di Santa Caterina.
Attualmente invece, il palazzo è di proprietà dei conti marchigiani Tomassini Barbarossa