Elogio della noia

L'analisi del match contro la Fiorentina

Luca Neri
13/05/2021
L'Editoriale
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E il settimo si riposò. Ad opera compiuta, dopo aver non creato il mondo ma averlo stravolto, il Cagliari disegna la sua domenica. Di mercoledì.

Dalla partita con l'Inter (persa, ma con un cambio di passo vedo-non vedo) a quella con la Fiorentina, i rossoblù hanno costruito una delle salvezze più dada di sempre. E all'ultima fatica i sardi si son concessi, a braccetto con una Fiorentina perfettamente d'accordo sul fatto che due feriti fossero meglio di un morto, il dolce far niente. Una cura Lodovico da 90 minuti, con due squadre che producevano melina e melatonina, per quella che si può definire – senza nessun timore di smentite – come la partita (di gran lungo) più pallosa dell'anno. Zero tiri in porta da una parte e dall'altra (non era mai successo nel corso del campionato), con rossoblù e viola ad alternarsi in una pacificissima guerra di trincea. A quattro minuti dalla fine Semplici ha provato a far casino con una sostituzione quasi politica, dettata più dalla noia che dal calcolo: un punto faceva e fa comodo, inutile negarlo, ma visto che non succedeva assolutamente nulla – e in sede di montaggio video qualcosa bisognava pur mettere negli highlights – il tecnico ha levato un difensore per mettere Cerri. Non è cambiato sostanzialmente nulla. Il Cagliari ha provato a mostrare gli artigli badando bene di essersi limato le unghie, la Fiorentina si è rilassata coi grattini rossoblù. In serata l'Atalanta ha fatto il suo dovere col Benevento, archiviando la pratica in scioltezza e avvicinando parecchio i campani alla retrocessione. Ad oggi Pavoletti e compagni hanno cinque punti di vantaggio sui giallorossi e, a due giornate dal termine (e con gli scontri diretti a favore) – il Cagliari avrebbe bisogno di un punto tra Milan e Genoa per consegnare all'oblio anche questa annataccia dal finale dolce.

Non è ancora finita ma quasi, con tre punti sarebbe già festa grande (ma senza abbracciarsi troppo che la zona arancione sta finendo), ma ieri ha prevalso un comune senso di non belligeranza. Forse c'era solo bisogno di un po' di pace, dopo le cannonate dello scorso fine settimana.

Servita. Pure troppa.

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