Il Cagliari torna a perdere. Ma soprattutto continua a non vincere. Il ko in casa della Lazio fa restare i rossoblu al terzultimo posto, a - 1 dal Torino che invece è riuscito a strappare un punto nella tana dell'Atalanta con una rimonta incredibile (da 3-0 a 3-3). Tuttavia, al di là del risultato, che ci può anche stare nello specifico visto il valore dell'avversario, la prestazione non è mancata. Analizziamo allora cosa è andato e cosa invece no nel match dell'Olimpico.
Pregi
Bisogna ripartire dallo spirito, come ha detto il Flaco Godin nel post partita. Il Cagliari nel complesso ha imbastito 90 minuti buoni, dove la Lazio ha faticato e non poco per trovare la via del gol. Ci è riuscita dopo un'ora, con una splendida azione che porta la firma di tre professori del ruolo: Leiva-Milinkovic-Immobile. Fino a quel punto la retroguardia rossoblu aveva retta l'urto dell'onda biancoceleste, con la complicità anche del solito Cragno.
Nel primo tempo si può salvare la compattezza e l'ordine che vige tra i reparti dei sardi. Si rischia poco e si cerca anche di ripartire, anche se con deboli risultati. Forse con la difesa a tre si è trovata la giusta quadra, e l'aver preso un solo gol su una giocata di rara bellezza contro una Lazio così può essere un indizio. Bene Rugani, al suo esordio, non era semplice. Come detto prima, il carattere è quello giusto, il Cagliari non si spaventa e prova a giocarsela, imbrigliando la Lazio e lasciando pochi sbocchi davanti. E anche dopo il gol non si arrende, fino all'ultimo tenta di riacciuffarla, ma gli altri sono più esperti e certe sfide non te le fanno riprendere.
Difetti
La sconfitta è pesante visto il cammino degli isolani e la posizione in classifica, ma non si può esprimere un giudizio troppo severo sul singolo match. Ma si poteva fare di più. Le tre palle gol di Marin, Pavoletti e Pereiro lo testimoniano. C'era l'occasione per passare in vantaggio e in due casi si poteva pareggiare, ma il Cagliari conferma i propri problemi davanti: è dalla gara contro la Roma (23 dicembre) che non si segna più di un gol, e non può pensarci sempre il Joao Pedro di turno.
Inoltre, è vero che nel primo tempo ci si è difesi bene, ma poi non si è proposto in attacco, regalando una metà campo agli avversari. Giusto l'atteggiamento conservativo, ma se si vuole fare punti bisogna provare a spingere dal primo minuto.
Ora il prossimo scoglio si chiama Atalanta: alla Sardegna Arena ci vorrà un'impresa, ma se lo spirito è questo qualche chance in più Di Francesco e il Cagliari ce l'hanno.