È il momento della verità. Il Cagliari decimato dal Covid-19 ospita l'indiscutibile squadra rivelazione del campionato, il sorprendente Spezia di Italiano. I liguri, considerata ai nastri di partenza la rosa materasso della competizione, effettivamente non aveva allestito i classici rinforzi "di categoria", tipici delle neopromosse, contando su un organico molto più simile a quello di una squadra di B.
Eppure con l'organizzazione e il credo calcistico del suo tecnico, i bianconeri si sono resi protagonisti di un ottimo avvio di campionato, con nove punti nelle prime apparizioni e il lusso dell'Atalanta inchiodata sullo 0-0 nello scorso weekend. Gli uomini di Italiano giocano un calcio rapido, privilegiando il gioco sulle corsie e sfruttando le grandi doti da incursore di Pobega (futuro talento da nazionale) e Maggiore, le due mezzali, riferimenti di un centrocampo di primissimo livello a cui si aggiunge la sapiente regia di Ricci, anche lui destinato presto a palcoscenici più prestigiosi.
In mezzo a tanta qualità, il blocco degli ex Cagliari, da Farias a Deiola, passando per Rafael e Mattiello.
A voler trovare la pecca, l'attacco manca dell'uomo da copertina, motivo per cui lo Spezia si sta (di necessità virtù) affermando come un'efficace cooperativa del gol. Poco male, basti pensare al caso esempio dell'Hellas dell'anno passato, che andò a stupire l'Italia senza il bomber da 20 (ma manco 15) gol. È la nuova tendenza, dove l'organizzazione corale conta più del singolo, dove non esiste il supereroe ma la supersquadra e, se proprio ci dev'essere un uomo col mantello, quello siede in panchina.