Il Cagliari passa il primo esame della nuova stagione e lo fa pareggiando 1-1 in casa del Sassuolo. Una prestazione che non convince ma che dall'altra parte dimostra il cinismo e la capacità di soffrire della squadra di Di Francesco. Analizziamo cosa è andato e cosa invece no nei 90' di Reggio Emilia.
Pregi
Sicuramente la prestazione di Simeone, un vero e proprio rapace d'area di rigore. Al primo vero pallone buono il Cholito non perdona e porta in vantaggio i suoi, con un gol di posizionamento e tempismo. Merito di tutta la squadra, che ha saputo sfruttare quelle poche occasioni concesse dai padroni di casa, e non ha fallito.
Una nota di merito va a un altro singolo, Alessio Cragno, che come sempre si conferma un portiere da Nazionale, e perché no, da Europeo. Ma il pregio più grande è l'essere stati compatti come squadra nelle difficoltà, visto che il Sassuolo ha tenuto il pallino del gioco per gran parte del match: gli uomini di Di Francesco sono stati bravi a non disunirsi e a reggere l'urto, soffrendo ma senza cadere. Una qualità che dovrà essere conservata in questo campionato.
Difetti
Il centrocampo non ha girato, i palloni trasformati in azione offensive pericolose si contano sulle dita di una mano, soprattutto nel primo tempo. Marin deve ancora costruire il proprio feeling col calcio italiano, i ritmi del campionato olandese non sono ammissibili. Non c'è stata molta comunicazione tra i reparti, che sono sembrato scollegati e sfilacciati dall'inizio, mentre i neroverdi giocavano a memoria. La creatura di Di Fra, si sa, è ancora un cantiere a cielo aperto, i meccanismi devono ancora essere assimilati e il tempo c'è. Ma nella gara del Mapei Stadium si è creato troppo poco, senza davvero far tremare gli avversari. Il tridente d'attacco ha dialogato poco, eccetto, guarda caso, nel momento del gol.
Alcuni giocatori sono ancora un po' indietro fisicamente, bisogna avere fiducia e aspettare un po'. Intanto il Cagliari ha già un punto in cascina, al contrario dell'anno scorso.