Scriveva Alziator: “La santità in Sardegna è francescana ed i santi di questa nostra terra che, non a torto, è stata detta l'isola del silenzio, hanno tra le loro virtù, quella del silenzio”.
L’8 giugno 1958 ricorre l’anniversario della nascita in cielo di un umile servo di Dio, il frate Silenzio amatissimo da tutto il popolo sardo, il Beato Nicola da Gesturi.
Di modeste origini contadine, Giovanni Angelo Salvatore Medda nacque a Gesturi il 5 agosto 1882, penultimo di cinque figli. I genitori erano semplici contadini, umili ma onesti e devoti; a soli quattro anni, come si usava allora, ricevette il sacramento della Cresima. A soli cinque anni rimase orfano del padre e, dopo avere frequentato solo le prime classi elementari, intorno ai 13 anni, dopo la morte della madre, iniziò a lavorare come servo in campagna chiedendo in cambio solo vitto e un umile alloggio, rinunciando anche all’eredità paterna.
A 14 anni ricevette la Prima Comunione e questo rafforzò ulteriormente la sua scelta di vita umile e devota, che lo portava a recarsi in Chiesa per isolarsi in preghiera ogni volta che i suoi doveri glielo permettevano. Verso i 28 anni fu colpito da un grave reumatismo articolare che lo costrinse a letto per quasi 2 mesi; la malattia lo portò a far voto alla Madonna offrendole il suo digiuno ogni sabato della sua vita, voto che mantenne fino alla morte.
Di lì a breve si fece più certa e consistente la vocazione religiosa che lo portò a bussare, con una lettera di accompagnamento del Parroco di Gesturi, alle porte del Convento dei Cappuccini di Cagliari.
Il commissario provinciale francescano lo accettò come terziario, in attesa di poter valutare la serietà e la concretezza della vocazione ma non ci volle in realtà molto affinché il Superiore, come tutti i confratelli, capissero che Giovanni aveva in dono una vocazione matura e fuori dal comune, tanto che dopo soli sette mesi fu ammesso al Noviziato.
Nel 1913 Giovanni Medda veste l’abito da Cappuccino scegliendo il nome di Nicola da Gesturi; fu trasferito dapprima a Sanluri, dove nel 1919 professò solennemente i voti, poi a Sassari ed Oristano ed infine nuovamente a Sanluri. Ovunque andasse, appariva chiaro a chiunque lo incrociasse che fra Nicola era un religioso umile e obbediente, sempre tra gli ultimi e mai appariscente, dedito alla preghiera ed al silenzio. Nel 1924 fu trasferito al Convento di Buoncammino a Cagliari dove rimase per 34 anni, fino alla morte.
A Cagliari ricevette l’incarico di frate questuante, con il compito di girare letteralmente per la città e zone circostanti, con la mano tesa, a chiedere l’elemosina. “A Santu Franciscu”, per San Francesco chiedeva fra Nicola, ma ciò che offriva in cambio era molto di più. Sebbene con pochissime parole e tanto silenzio, fra Nicola ascoltava senza giudicare donando il suo tempo e la vicinanza, donava consigli, conforto e preghiere, una immaginetta ed una benedizione.
In breve tempo, in tutte le zone che visitava, la notizia del suo arrivo veniva preceduto dalle voci festanti della gente che lo attendeva con gioia, divenendo in breve tempo una presenza sempre attesa e desiderata tanto che spesso, a Cagliari, lo si definiva più un frate cercato che un frate cercatore.
Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, fra Nicola non venne meno al suo incarico ma anzi, rimase nella Cagliari martoriata dalle bombe per restare vicino ai pochi poveri rimasti in città, ormai senza casa e famiglia e prodigandosi per assisterli con quanto poteva, era ovunque ci fosse bisogno, fra le macerie, fra i feriti, sempre fra gli ultimi e bisognosi.
Si racconta che, all’udire il suono delle sirene che annunciavamo l’arrivo dei bombardieri, si recasse verso la grotta all’interno dei giardini pubblici ma senza entrare, sedendosi in preghiera, con il rosario in mano, sulla pietra all’ingresso, lasciando posto alla popolazione terrorizzata. Solo una volta si alzò ed entrò frettolosamente all’interno, spingendovi dentro chiunque sostasse con lui; pochi istanti dopo, una bomba cadde proprio a poca distanza dalla pietra sulla quale era seduto fra Nicola, creando una voragine enorme.
Il 1 giugno 1958 improvvisamente chiese di essere esentato dall’incarico di questuante, le sue condizioni di salute apparvero subito preoccupanti tanto che in pochissime ore fu ricoverato ed operato per un’ernia strozzata. La situazione tuttavia rimase grave tanto che, tra atroci sofferenze accettate con serenità, fede e preghiere, fra Nicola chiese l’Unzione degli Infermi. Dopo alcuni giorni, apparve chiaro a tutti che non c’erano speranze, così i confratelli lo portarono al Convento dove, alle ore 00:15 dell’8 giugno spirò.
La notizia fece il giro della città e dell’isola come un soffio e nell’arco di pochissime ore una enorme folla si radunò al Convento per omaggiare e salutare quell’umile frate silenzioso, per tutti però già Santo.
Settantamila persone accompagnarono Nicola dal Convento al cimitero di Bonaria dove rimase fino al 1980, quando venne traslato nella Cappella dell’Immacolata della chiesa in Buoncammino, da lui tanto amata.
Nel giugno del 1996 fu dichiarato Venerabile e nell’ottobre 1999, Giovanni Paolo II lo dichiara Beato salutandolo con queste parole: "In un mondo troppo spesso saturo di parole e povero di valori, c'è bisogno di uomini e di donne che, come il beato Nicola da Gesturi, sottolineino l'urgenza di recuperare la capacità del silenzio e dell'ascolto, affinché tutta la vita divenga un "cantico" di lode a Dio e di servizio verso i fratelli".