Nella provincia di Nuoro, nella subregione del Marghine, immerso nel verde ai piedi del massiccio monte Santu Padre, sorge Bortigali, un piccolo comune nell’altipiano di Campeda, facilmente raggiungibile percorrendo la SS 131 in direzione Sassari.
Bortigali annovera diversi itinerari naturalistici particolarmente interessanti quali ad esempio quello verso Mulargia, l’antica Molària, piccolo borgo, frazione di Bortigali, nota fin dall’epoca romana per la produzione di macine granarie (la mola per i romani) ancora molto diffuse nei cortili delle case di Mulargia.
Altro itinerario di grande interesse è quello che permette di raggiungere la vetta del monte Santu Padre, una tra le vette più elevate della catena del Marghine e luogo di passaggio di numerosi grifoni.
Bortigali ha un bellissimo centro storico, con le caratteristiche viuzze strette e dal selciato inconfondibile ma soprattutto dai tipici portali e architravi di cultura catalano-aragonese.
Numerose testimonianze ci raccontano che la zona di Bortigali fu sede di antichissimi insediamenti sia in epoca preistorica che nel periodo romano, come ci raccontano i tanti nuraghi e le domus sparse in tutta la zona.
Nella zona infatti si possono contare dieci domus de janas, una tomba dei giganti e ben 43 nuraghi tra i quali spicca il massiccio Nuraghe Orolo, facilmente raggiungibile sia a piedi che in macchina, lungo la strada provinciale per Mulargia.
Si tratta di un nuraghe trilobato particolarmente importante per le sue dimensioni e posizione, ma anche per il suo grandioso stato di conservazione, grazie anche ai lavori di restauro realizzati alla fine dello scorso millennio.
È composto da una torre centrale a due piani, e due torri minori raccordate da una cortina, con il mastio alto circa 14 metri. La camera inferiore ha pianta circolare ed è alta circa 7 metri, con tre grandi nicchie e, sulla destra del corridoio antistante la stanza, troviamo una scala in muratura, elicoidale, formata da 56 gradini che ci consente di accedere alla camera superiore. Questa invece ha una pianta decisamente più irregolare, con due nicchie ed alta meno di 6 metri.
Il nuraghe domina una vasta area dove sono stati rinvenuti numerosi altri nuraghi e resti di quello che potremmo definire un villaggio.
Ma Bortigali nasconde ancora tanti tesori uno dei quali è un museo, legato ad un avvenimento storico che la rese celebre in tutto il mondo: Radio Sardegna.
Radio Sardegna nacque appunto a Bortigali e fu la prima radio libera dopo venti anni di dittatura fascista e balzò alle cronache mondiali per l’annuncio della fine della Seconda guerra mondiale.
L’arrivo della radio a Bortigali sa di sceneggiatura cinematografica: gli stati maggiori degli alleati, riuniti a Casablanca, decidono per lo sbarco in Sicilia ma con un depistaggio magistrale per i nemici: far credere che lo sbarco alleato sarebbe avvenuto in Sardegna. Gli esponenti del regime decisero quindi di rafforzare le difese dell’isola e, tra le altre cose, di spostare la potente radiomobile R6 a onde corte da Lei a Bortigali. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, quella radio divenne Radio Sardegna.
Con l’arrivo degli americani, la radio fu quasi messa a tacere per sospetti di collaborazione con i fascisti e perché nessuno era autorizzato a trasmettere senza la supervisione degli alleati.
Si decise di trasferire la radio a Cagliari, in quello che restava della città, andando a occupare le grotte del quartiere Is Mirrionis, mentre il massiccio radiomobile fu dislocato in piazza d’Armi, nel ben noto “casermone”, un edificio anonimo e malandato.
Ma arriviamo al fatidico 7 maggio, ore 14 – 14:15 circa, il marconista Ralli intercetta una trasmissione radio da Algeri, la notizia è meravigliosa, è quella tanto attesa. Chiama subito il direttore Gomez e viene reclutato immediatamente l’annunciatore Muroni, per un annuncio che anticipa di venti minuti Radio Londra: “La guerra è finita... la guerra è finita! A voi che ci ascoltate, la guerra è finita!”