Robert Acquafresca, ex attaccante del Cagliari, si è raccontato in una lunga intervista concessa al canale Instagram del giornalista sportivo Nicolò Schira.
Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
"Il Cagliari? Anni meravigliosi, i più belli della mia carriera. In Sardegna ho trovato una fiducia incredibile nei miei confronti. L'habitat ideale per giocare e mostrare tutte le mie qualità.
Primo gol in A? L'ho fatto all'Olimpico contro la Lazio. È stato il gol del 3-1. Non ho potuto neanche esultare. A ripensarci mi pento un po' di essere corso subito a centrocampo.
Allegri? All'inizio ci siamo presi poco, non giocavo. Zero feeling. Ero rientrato ad agosto inoltrato dopo le Olimpiadi. Poi dopo le prime cinque sconfitte di fila abbiamo iniziato una cavalcata straordinaria sfiorando l'Europa League. Max è bravissimo nel sapersi adattare alle caratteristiche dei giocatori. Ha saputo venirci incontro e i risultati sono arrivati. È stato il miglior allenatore che ho avuto in carriera.
Nainggolan? Radja non sa neppure lui quanto è forte. Un matto scatenato, ma quanto era devastante in campo. Ancora adesso non sa bene tutte le sue potenzialità...
Matri? Ale è un bravissimo ragazzo. Abbiamo legato subito anche se per caratteristiche ci pestavano un po' i piedi, però siamo stati bravi ad aiutarci togliendoci parecchie soddisfazioni.
Il Genoa? Il mio cartellino era dell'Inter, ma non volevo più essere trattato come un pacco postale. Mourinho mi rivoleva a Milano e la società mi aveva manifestato questa intenzione: stavo già cercando casa in zona San Siro. Ausilio mi voleva nei quattro attaccanti, avrei potuto vincere il Triplete. Inizialmente dovevo andare in prestito al Genoa, ma poi Branca ha voluto cedermi. Mi ha fatto rosicare l'essere venduto al Genoa, mentre io volevo restare a Cagliari a quel punto. Branca mi minacciò di mandarmi fuori rosa se non avessi accettato il Genoa...
Cellino? È vulcanico e super scaramantico. Mi ha dato l'opportunità di arrivare nel grande calcio, è stato anche lui che non mi ha riscattato a Cagliari nel 2011. C'era tutto per continuare un ciclo: avevo già firmato per 5 anni, ma con Preziosi poi non hanno più chiuso l'accordo. Evidentemente sul prezzo qualcosa gli ha portati a scazzare...
Olbia? La prenderei in considerazione. Avevo già parlato con Giulini per un progetto legato al Cagliari, poi purrtoppo non se nè fatto nulla.
Il mio gol più bello? Sono molto affezionato al gol di Livorno che valse la salvezza miracolosa. Andiamo sotto dopo 60 secondi e dopo dieci minuti trovo il pareggio. Andiamo negli spogliatoi sull'1-1: in molti avevano chiesto il permesso per il giorno libero dopo la gara, ma Cellino e Marroccu ce l'avevano negato, così dico al pres di lasciarcelo se avessimo vinto. Lui non si accontenta e rilancia: 'Vi lascio liberi se fai gol tu'. Vinciamo peccato che quello stronzo non ha mantenuto la parola. Marroccu non sapeva come dircelo e non è tornato in pullman dopo la gara...
Zola? Avevo un grandissimo rapporto umano con lui e Casiraghi in Under 21. Una volta l’ho fatto rosicare tantissimo: gli feci un tunnel durante una partitina e a quel punto passò tutta la gara per restiturmelo. I campioni sono così, rosicano di brutto: non ti dico cosa faceva Pepito Rossi quando perdeva le partitine. Iniziava a prendere a pallonate tutti o se ne andava furioso via dal campo...
Il ritorno a Cagliari? C’era anche il Monaco che mi voleva. Per tornare a Cagliari ho fatto rinunce importanti a livello economico. 8 gol da febbraio a maggio quando sono tornato con Donadoni, molti hanno paura di tornare dove sono stati per timore di macchiare un quadro bello in cui sono stati...
Migliori assist-Man? In nazionale avevo Seba Giovinco mentre a Cagliari devo ringraziare Andrea Cossu che mi ha fatto fare tantissimi gol...”.