Se Anna Achmatova diceva “Il miele selvatico sa di libertà”, allora con orgoglio noi sardi potremo dire che il miele sardo, anche quello amaro tanto caro a Cambosu, sa di tutti noi, ha il sapore dolceamaro della storia di un’isola e dell’identità del suo popolo.
Anche in questo caso, la storia del miele sardo affonda le sue radici nel passato, e precisamente in una statuetta in bronzo di epoca pre-romana che rappresenta la divinità protettrice degli apicoltori. Il semidio Aristeo viene rappresentato con il corpo ricoperto da api giganti e, quando si dice coincidenze, venne ritrovato in una vigna chiamata proprio de su medde (del miele) nel territorio di Oliena, e attualmente esposta al Museo Archeologico di Cagliari.
La leggenda vuole che sia stato proprio Aristeo ad insegnare agli uomini come addomesticare le api e coltivare la vigna, due doni della natura spesso uniti anche in epoche storiche ben lontane da noi. Come sovente accadeva, tuttavia, la scoperta del miele è da ritenersi più “casuale” ma, dato il suo altissimo valore nutritivo, gli uomini fin da subito hanno cercato di addomesticare le api per ricavare questo preziosissimo alimento.
Va sottolineato che il clima sardo, assieme alla vegetazione tipica del territorio, hanno certamente da sempre rappresentato il luogo ideale per la vita delle api e per consentire all’uomo di impiantare le arnie.Per molti secoli, l’apicoltura è rimasta confinata nei monasteri e come lavoro aggiuntivo in campagna con lo scopo di produrre l’unico dolcificante fino ad allora conosciuto, ma anche un potente antisettico.
Dagli anni cinquanta circa invece, con la fondazione del Consorzio Apicoltori della Sardegna, l’apicoltura ha iniziato ad essere considerato un mestiere a tutti gli effetti e questo ha portato la Sardegna alla produzione di circa 20 mila quintali di miele all’anno, circa il 10% dell’intera produzione nazionale.In Sardegna si produce miele Monoflora (da un solo tipo di fiore), Multiflora (da molti tipi di fiore) ma anche Melata (prodotto non dal fiore ma dalla linfa della pianta stessa).
La Sardegna viene comunemente associata al miele di asfodelo, corbezzolo, cardo, eucalipto ma anche cisto e, per i più fortunati, data la rara e scarsa produzione, anche rosmarino e lavanda selvatica. Mieli dal sapore decisamente poco dolce, ma estremamente profondi e intensi, proprio come la terra che li produce, come il carattere del popolo sardo raccontato da Cambosu proprio nel suo celebre Miele Amaro.
Un miele al primo impatto dolce ma con un retrogusto decisamente amarognolo, ma dal sapore che conquista soprattutto i palati più fini, alla ricerca di un sapore profondo e intenso.