Cagliari, cosa ti darebbe il ritiro

Attualmente i rossoblù faticano a trovare la concentrazione necessaria a svoltare ed un ritiro anticipato potrebbe essere la soluzione giusta

Antonello Cossu
18/02/2020
Approfondimenti
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Un’altra settimana è passata ma in casa Cagliari la vittoria non vuole saperne di tornare.

Archiviata la brutta prestazione contro il Napoli, ora è il turno del Verona al Bentegodi, nuova tappa non adatta ai deboli di cuore. La squadra di Juric è la rivelazione della seconda parte di Campionato e fa dell’intensità, della ferocia, il proprio principio cardine. I rossoblù invece sembrano aver perso la magia che aveva contraddistinto i primi mesi della stagione e arrivano all’appuntamento nel peggior modo possibile, tanto che nell’ambiente comincia a girare insistentemente la voce di un possibile ritiro anticipato atto a ritrovare la concentrazione perduta. È solo un’indiscrezione, niente di ufficiale però diciamocelo francamente: non sarebbe una cattiva idea. 

Il motivo? Semplice: al momento attuale il Cagliari pare aver smarrito lo spirito collettivo, la capacità di concentrarsi e ragionare da squadra. Più banalmente, la voglia di combattere prima ancora che di giocare. Ammetterlo è dura ma ciò che traspare dal campo è questo: oggi i sardi mostrano di essere un insieme di buoni calciatori ma non un gruppo. Il che è un gran peccato visto che un fattore base per raggiungere il successo nel calcio - ma un po’ in ogni sport di squadra - è l'affinità tra compagni. Poi si può parlare di qualità e tutto il resto ma la prima cosa da fare, se si vuole provare a vincere, è creare un’identità collettiva forte, riconoscibile e riconosciuta.

In questo, tornando al discorso iniziale, il ritiro potrebbe essere d’aiuto. Un po’ di tempo passato forzatamente tra amici, prima che colleghi, non potrà che riportare qualche testa sui binari giusti. 

Quindi perché non provarci? In fondo sarebbe un delitto lasciare qualcosa di intentato nella stagione del Centenario, nata come un sogno ma ormai ad un passo dall’infrangersi in mille pezzi. 

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