Cagliari, è il gruppo il tuo Top Player: ecco il perché

I tre aspetti fondanti su cui si basa la solidità del collettivo di Maran

Mario Siddi
24/10/2019
Approfondimenti
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Avvalersi di calciatori Top Player in rosa, è prova da sempre di blasone e forza economica per alcune delle big di serie A. I valori espressi nelle prime posizioni in classifica, spesso collimano infatti con questa tendenza, rendendo (forse) palese che sostanzialmente, sono i fuoriclasse conclamati che spesso fanno la differenza: Ronaldo, Lukaku, Dzeko, Mertens, giusto per citarne alcuni.

Poi vi sono altre realtà, come anche il Cagliari del centenario. Costruite sicuramente con meno esborsi economici e dove non sono i nomi “altisonanti” (sulla carta) a dettar legge. Piuttosto è lo spirito di gruppo che si impone, diventando (gara dopo gara) il vero Top Player. Una squadra che ha trovato, in tre aspetti fondamentali, le necessarie risorse su cui fondare la propria forza.

Il turnover –  Tutti sono protagonisti attivi e sempre sul pezzo. Grazie all'abbondanza di calciatori che quando chiamati in causa, hanno svolto un lavoro di livello rimanendo nei ranghi di possibili scelte spendibili. Iniziando le gare, subentrando in corso, o rientrando dopo gli infortuni, sono stati tutti pronti, incisivi e funzionali. Permettendo il riposo agli infortunati e garantendo a Maran un immutato assetto tattico a prescindere dagli interpreti. Segno di dedizione al lavoro e amor proprio nel farsi trovare pronti.

Le motivazioni – Tutti i componenti della rosa sono a disposizione del bene comune. Riversando in campo ora l'apporto tecnico, ora la voglia di riscatto. Ora la fame di emergere, ora quella di riconfermarsi. In un'alternanza fatta di piccole storie, la cui somma rende la motivazione generale esponenzialmente dirompente ai fini di obbiettivi condivisi. Ne sono sempre più la dimostrazione (ad esempio) le grintose esultanze dopo i gol, dove tutta la squadra si stringe in un abbraccio inclusivo e di grossa stima reciproca (non sempre scontata) a prescindere dal marcatore.

Gli stress test superati –  La sofferenza e la lotta in campo hanno forgiato non solo singoli leader, ma anche un' identità di squadra tale da essere diventata essa stessa il vero Top Player di Maran. Gare difficili come con (Napoli e Roma) sono stati i passaggi fondamentali per questa maturazione. Dove la mancanza di “nomi eccellenti” (rispetto alle big) non ha impaurito, ma anzi, rigenerato stimoli e potenzialità di singoli che, in un quadro d'insieme, trovano lo spazio per esaltarsi in positivo.

"Quello che non ho è quel che non mi manca", cantava De André. La fotografia in versi di un Cagliari che (ad oggi) basta a se stresso e ai suoi protagonisti.

 

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