Come e quanto Luca Cigarini rientri nella categoria dei giocatori che nel corso della loro carriera non hanno mantenuto fede alle promesse, si è scritto e dibattuto più di una volta. Continuare su questo binario risulterebbe un esercizio inutile e stucchevole, mentre capire quanto il regista emiliano possa ancora offrire alla causa rossoblù, appare un’analisi percorribile e in linea con il momento della squadra allenata da Maran.
Il metronomo designato, ovvero quel Bradaric sbarcato in estate dopo il secondo posto nella massima competizione mondiale con la selezione croata, stenta oltremodo nel guidare la manovra cagliaritana. Un deficit che in virtù delle ultime prestazioni non appare colmabile a breve, che inevitabilmente spinge per un maggiore coinvolgimento nelle rotazioni di Cigarini.
I due vantano un’interpretazione del ruolo differente così come momenti diametralmente opposti del proprio percorso calcistico, tuttavia rivolgersi con maggiore frequenza alle doti mai totalmente espresse del mediano ex Samp non risulta un ipotesi così peregrina.
Al netto di aspetti non riconducibili al mero bagaglio tecnico, Cigarini infatti è ampiamente in grado di alimentare la manovra con geometrie, verticalizzazioni, ma soprattutto idee che annoverano molto più del semplice invito per i compagni facile ma scontato. Non solo, un raggio d’azione che non sia sempre e solo collocabile a ridosso della linea difensiva, offrirebbe il conseguente effetto di una squadra più compatta e dialogante tra i reparti.
Teorie ampiamente discutibili che dovranno inevitabilmente incontrare il favore di un tecnico come Rolando Maran, chiamato a proseguire sulla scia di quanto e buono fatto sinora, trovando nel contempo per Cigarini, benefici similari a quelli ottenuti recentemente con il duo Sau-Farias.