La lavagna tattica: Frosinone-Cagliari

Quattordicesimo atto della Serie A 2018-2019. Al Benito Stirpe, match tra gialloblu e rossoblu. Duello in panchina tra Longo e Maran

Fabio Loi
01/12/2018
La Lavagna Tattica
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La Serie A 2018-2019 offre agli appassionati la quattordicesima giornata del girone d’andata. In questo turno il Cagliari guidato da Rolando Maran giocherà domenica (con inizio alle ore 15.00) fuori casa allo stadio Benito Stirpe contro il Frosinone di Moreno Longo.

I gialloblu hanno perso 3-0 in trasferta contro l’Inter nell’ultimo turno, mentre i rossoblu hanno pareggiato per 0-0 in casa contro il Torino. Vediamo quali sono le due filosofie tattiche dei due allenatori in vista della partita in programma domenica pomeriggio.

Il 3-4-2-1 del Frosinone di Longo: Per la formazione ciociara in questa fase del campionato il confine tra l’inferno della retrocessione e quello di una classifica tranquilla è assai labile. Moreno Longo cerca continuità e per ritrovarla passerà dall’esperimento fallito del 3-5-2 (visto nell’ultimo turno contro l’Inter) al 3-4-2-1.

Questo sistema di gioco consiste nello schierare 3 difensori, 4 centrocampisti, 2 trequartisti e 1 punta. Davanti al portiere (Sportiello), dei tre elementi del reparto arretrato, il centrale (Ariaudo o Capuano) funge da libero e gli altri due (Goldaniga e Krajnc) da stopper.

Il libero è il fulcro principale della difesa in quanto sostituisce – in base alle necessità e agli schemi a zona – uno dei due centrali e ha il compito di liberare la propria area di rigore in situazioni pericolose e anche il primo a rilanciare l’azione e, talvolta, a spingersi in avanti.

Gli altri due difensori, invece, hanno compiti di copertura, marcatura e rottura del gioco avversario. In fase di non possesso, i due tornanti (Zampano e Beghetto) si abbassano per aiutare i tre difensori: in questi casi, la retroguardia può diventare a 5, mentre i due fantasisti si abbassano con gli interni di centrocampo (formando un 5-4-1).

Per quanto riguarda la fase offensiva, i due trequartisti (Vloet e Campbell) agiscono da mezze punte e in attacco si alternano nel ruolo di seconda punta al fianco del centravanti (Ciofani): con questo scenario, l’attacco si schiera con un suggeritore e 2 punte (creando un 3-4-1-2).

In alternativa, si alzano tutti e 2 i fantasisti, costituendo un 3-4-3 con cui si può adattare una prima punta in grado di far salire il baricentro della squadra e che contemporaneamente pensi alla finalizzazione.

E la mediana? Dei quattro centrocampisti, due sono interni (Maiello e Chibsah) e due esterni (Zampano e Beghetto). I due centrocampisti esterni ricoprono un ruolo fondamentale poiché – come detto in sede di presentazione – devono scalare in fase difensiva, mentre in quella offensiva devono proporsi sulle corsie, coprire la mediana e fungere da “ali aggiunte”. Questi giocatori devono possedere resistenza fisica, corsa, abilità nel dribbling e nel cross. I due centrali, invece, hanno compiti di interdizione (in fase difensiva) e di impostazione o rilancio (in fase offensiva).

Il 4-4-2 diamond di Maran: Aumentare il gap con le inseguitrici, continuare a progredire sotto il profilo del gioco e dell’intensità, ma soprattutto mantenere un ritmo costante nella conquista dei punti che sono necessari per la corsa salvezza.

Sono i princìpi che Maran vuole dal suo Cagliari in vista del match contro il Frosinone, nel quale il tecnico non cambierà modulo, utilizzando il 4-1-2-1-2 (o 4-4-2 diamond). Com’è noto, il 4-1-2-1-2 può essere visto come un 4-4-2 reinventato con il centrocampo schierato a costituire una sorta di diamante.

I suoi vertici sono formati da due giocatori dalle caratteristiche differenti: uno in posizione bassa (o più semplicemente davanti alla difesa), chiamato ad impostare l’azione e a smistare di prima il pallone (Bradaric o Cigarini) e uno in posizione alta (Joao Pedro o Ionita), libero di svariare su tutto il fronte offensivo.

Nei vertici laterali della mediana, si suole utilizzare giocatori che sono più propensi a difendere, tuttavia Maran preferisce schierare due elementi (Ionita o Dessena con Barella) che sappiano effettuare entrambe le fasi di gioco.

La disposizione a diamante permette di avere superiorità numerica in posizione centrale e nella retroguardia, lasciando relativa libertà al trequartista (Joao Pedro o Ionita) di agire tra le linee. Davanti al portiere (Cragno), vengono schierati 4 difensori: i 2 laterali – uno a destra (Srna) e uno a sinistra (Padoin) – hanno compiti di spinta ma anche di copertura preventiva quando il pallone è in possesso degli avversari.

Sui centrali, il discorso è più ampio. Generalmente, nel 4-1-2-1-2 vengono utilizzati due difensori forti fisicamente, capaci di contrastare gli avanti avversari nel gioco aereo e di mantenere la posizione. Tuttavia la scelta strategica può cambiare a seconda del tipo di partita da affrontare.

In particolare, per il match interno col Frosinone, al fianco di Ceppitelli, Maran dovrà scegliere tra un giocatore tecnico e capace di impostare (Romagna), uno specialista nelle marcature preventive (Pisacane) o un tipo di centrale più statuario e fisico (Klavan).

In avanti, infine, la disposizione degli attaccanti (Joao Pedro, Sau o Farias insieme a Pavoletti) è inizialmente in linea ma, per via dei movimenti a ricevere palla dalla mediana con la posizione in linea rispetto a quella dell’altro trequartista (Joao Pedro o Ionita), essa diventa verticale rispetto alla punta (Pavoletti) e, di conseguenza, il modulo può evolversi in un 4-3-2-1.

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