L'ennesima sconfitta stagionale ha confermato, se mai c'è ne fosse bisogno, quanto il Cagliari debba inevitabilmente contare sui risultati delle compagini impelagate nella zona retrocessione per continuare a competere nel massimo campionato italiano anche nella prossima stagione. Non solo, le evidenti e perduranti difficoltà tattiche restituite al cospetto della formazione blucerchiata, hanno fatto il paio con un eccessivo nervosismo profuso da diversi componenti dell'undici titolare.
Una rosa allo sbando, che ha cessato ormai da tempo di beneficiare delle peculiarità portate in dote da Diego Lopez. L'uruguayano forte di una classifica che non preannunciava un presente disarmante, ma soprattutto della smisurata fiducia presidenziale, si è dimostrato progressivamente incapace di dare una sferzata psicologica sorretta dalle dovute certezze tecniche, ma soprattutto tattiche.
Una confusione avvilente, non in grado di alimentare speranze durature in seno ad un Cagliari costruito male ad inizio stagione e incomprensibilmente non rimesso sui giusti binari con i dovuti interventi nel mese di Gennaio.
L'attualità è resa ancora più drammatica da un classifica che vede i rossoblù a soli due punti dalla terz'ultima posizione ora occupata dal Chievo in netta crisi. In mezzo tra veronesi e isolani veleggia una Spal in crescita, che all'insegna dei risultati ritrovati e di un sano e contagioso entusiasmo rappresenta un avversario temibile.
La possibilità che il Cagliari non riesca ad agguantare punti nelle ultime tre sfide appare un ipotesi tristemente verificabile, lo stesso tuttavia, è lecito pensare possa accadere in casa altrui.
Pensieri e speranze poveri e profondamente tristi, che rimangono l'ultimo appiglio per coloro non smettono di pensare ad un Cagliari diverso e capace di onorare una maglia svalutata incomprensibilmente.