Cagliari, sei asfittico

Col Sassuolo la squadra di Lopez è stata priva di personalità, ma le premesse per ripartire contro il Chievo Verona ci sono tutte. Lottare è la ricetta giusta

Fabio Loi
15/02/2018
Approfondimenti
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Un punto importante portato a casa fuori dalle mura amiche per il Cagliari (complici anche i risultati delle dirette contendenti alla salvezza), ma forse accompagnato da qualche rimpianto di troppo.

Nella partita contro il Sassuolo, la squadra allenata di Diego Lopez si è dimostrata asfittica, senza una forza espressiva che ne potesse mettere in risalto alcune delle proprie peculiarità e che le avrebbero permesso senza dubbio di osare qualcosa di più.

È come se alla formazione rossoblù fosse tornato il vecchio incubo della nikefobia, la paura di vincere nei momenti che contano. In sostanza è prevalsa la linea della prudenza rispetto a quella della spregiudicatezza. Ma non solo.

Oltre a ciò, il Cagliari ha mancato di personalità con i suoi uomini di maggiore fantasia e tecnica e il timore di poter colpire l’avversario con freddezza e in maniera spietata (i sardi hanno tirato col Sassuolo una sola volta e per di più con un tiro di Barella da centrocampo).

Da qui in avanti, tuttavia, servirà la massima concentrazione e anche sfruttare tutti i giocatori di talento a disposizione per un rush finale di vitale importanza per la corsa salvezza in questo campionato di Serie A che, anche nella parte destra, è particolarmente equilibrato e dove la lotta è molto aperta.

Ora davanti al Cagliari ci sarà un altro scontro diretto contro un Chievo in piena crisi di risultati: una gara fisica e dove bisogna lottare (principio generale spesso espresso da Lopez). Le possibilità per mettere le cose in chiaro e mandare un messaggio ben preciso alle avversarie dirette ci sono tutte: ora la parola passerà al campo.

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