Lopez: "Cagliari casa mia. Ventura non mi vedeva, Allegri il primo a capire che sarei diventato allenatore"

"Diego, tu devi fare l'allenatore, inizia a studiare"

La Redazione
04/01/2018
Interviste
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“È una storia incredibile. Eravamo a Getafe con mia moglie e i tre figli: il più grande, Thiago, a 17 anni sta andando a studiare in Spagna. Mia moglie non voleva lasciarlo solo e abbiamo deciso di trasferirci tutti. Avevo deciso di affittare la nostra casa di Cagliari, ma lei mi diceva, ‘aspetta, aspetta’: il giorno in cui abbiamo finito di arredare l’appartamento spagnolo, alle sette di sera in macchina è squillato il telefono. Era l’ad Carlo Catte. Il giorno dopo alle 12 ero a Milano col presidente. Ora sono solo a Cagliari e la famiglia è a Getafe: non mi aspettavo di essere chiamato, ma è come se non me ne fossi mai andato. Sarà la gente, sarà il mare, fatto sta che ora in Uruguay mi sento straniero. Se torno da solo, non mi sembra il mio paese, anche se ci vivono i miei genitori”. Così mister Lopez ai microfoni di Repubblica circa il suo ritorno a Cagliari.

Gian Piero Ventura e Max Allegri, avversario sabato:

“Ventura non mi vedeva: ero arrivato a fine mercato, non parlavo italiano. Potevo andarmene, ma non volevo farlo senza aver lasciato il segno. Colpa sua l’Italia fuori dal Mondiale? Il discorso è ampio, ma così è troppo semplice”.

“Contro la Juventus proveremo a giocare senza paura facendo il nostro calcio. Con Allegri ho giocato gli ultimi due anni. Una volta venne da me, ero infortunato, e mi disse: ‘Diego, tu devi fare l’allenatore, inizia a studiare’. Non ci pensavo nemmeno, forse lui lo vedeva e io no. Ci sentiamo spesso, anche con i suoi collaboratori, ma in questa settimana non voglio sentirlo…”.

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