I numeri parlano chiaro e danno sempre degli spunti interessanti di riflessione. Dopo 18 giornate, sommando le gestioni Rastelli e Lopez, il Cagliari ha portato a casa solo 5 successi (a cui si vanno ad aggiungere anche 2 pareggi e ben 9 sconfitte).
Poche affermazioni (oltretutto con troppi brividi finali) per il sodalizio isolano, da cui ci si aspettava qualcosa in più a livello di risultati. Ma non solo. C’è un altro aspetto che ha caratterizzato ad oggi le affermazioni di marca rossoblù: si tratta del risultato ottenuto di misura.
Analizzando i numeri della squadra cagliaritana, si evince chiaramente come le partite interne vinte contro Crotone (1-0), Hellas e Benevento (entrambe per 2-1) e la trasferta di Udine per (0-1 e con il successivo esonero di Del Neri) siano state ottenute in questo tipo di circostanza.
Per trovare un’affermazione netta e convincente su tutta la linea da parte della squadra rossoblù, bisogna tornare al 17 settembre scorso, quando i sardi andarono a vincere al Paolo Mazza di Ferrara contro la neopromossa Spal con il punteggio di 0-2 grazie a Barella e Joao Pedro.
Cosa manca, quindi, alla formazione di Lopez? Sicuramente serve un cambio di mentalità. Bisogna trovare più consapevolezza dei propri mezzi e più cattiveria agonistica. Queste sono le basi a cui fare riferimento per il proseguo del campionato se si vuole conquistare la salvezza.
A questi aspetti, tuttavia, vanno anche aggiunti altre prerogative come cinismo e gestione delle situazioni di gioco (sia quelle favorevoli sia quelle sfavorevoli). Se Lopez e il suo staff riusciranno a colmare queste lacune, si potrà guardare con fiducia al futuro.