Cagliari, il problema non è solo la guida tecnica

Parte della rosa sembra non essere all'altezza della categoria: che senso ha, almeno per il momento, puntare il dito solo contro Rastelli?

Marco Zucca
04/10/2017
Approfondimenti
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Tra i tifosi del Cagliari risuonano sempre più forti le voci che vorrebbero un cambio di panchina nell’immediato: a detta dei supporters il tecnico Rastelli sarebbe inadeguato e incapace di leggere le partite, senza considerare l’ormai chiacchierata mancanza di gioco.

Eppure, in seguito alla bella vittoria di Ferrara contro la Spal, condita da un giro palla convincente, i rossoblù hanno staccato la spina (o almeno così pare), collezionando l’amaro bottino di 0 punti, frutto di tre sconfitte consecutive.

Cos’è realmente accaduto nella formazione isolana? Non ci è dato saperlo, e ci mancherebbe. Ma probabilmente qualche alchimia è saltata.

Tuttavia, alla luce delle gare interpretate dai rossoblù contro Sassuolo, Chievo e Napoli, non è soltanto la guida tecnica il problema. Rastelli è infatti costretto a schierare due terzini adattati (o non ancora pronti per la massima serie, vedi Miangue), ed è proprio a causa delle vulnerabili corsie laterali - e di un centrocampo avaro di ricambi - che il Cagliari ha perduto gli ultimi tre match: non sono giunti rifornimenti per le punte, che hanno avuto pochissimi palloni giocabili (con il risultato di nessuna rete segnata), e gli avversari hanno creato la maggior parte delle azioni che hanno condotto ai gol partendo dalle fasce.

In attesa di van der Wiel, ritenuto oramai il possibile “messia”, e di un mercato di gennaio che possa regalare un terzino sinistro adeguato, non resta che tener duro.

Che senso ha, almeno per il momento, puntare il dito solo contro Rastelli, se parte della rosa sembra non essere all’altezza della categoria?

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