Zola: “Le mie punizioni? Molto apprezzate da Maradona. L’espulsione a Usa ’94…”

“Tornare in panchina? Ho preferito prendermi una pausa”

Fabio Loi
05/09/2017
Interviste
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Gianfranco Zola si racconta. In un'intervista al programma di Radio1 "A Tutto Tondo", condotto da Giacomo "Ciccio" Valenti, il campionissimo di Oliena svela aneddoti e ricordi.

Ecco le sue dichiarazioni:

"Golf o calcio? Quando si parla di precisione, meglio parlare dei campi da calcio. Le punizioni? Prima di tutto ci sono delle componenti importanti. Bisogna visualizzare il punto d’arrivo, la traiettoria, poi ovviamente ci vuole molta pratica.

Ho sempre ragionato in questo modo: tutto ciò poteva cambiare in base alla distanza e alla posizione della palla rispetto alla porta. Le distanze false nei calci piazzati? Era la cosa che mi faceva più arrabbiare quando giocavo, perché gli arbitri non se ne curavano molto o comunque lo facevano in maniera superficiale.

Sulle punizioni, mi dedicavo alla cura del particolare: sapevo che alcune partite, soprattutto quelle più difficili, le potevi risolvere con un gesto tecnico del genere. In quei periodi, esistevano ancora i miti dei calci piazzati tipo Maradona, Zico, Platini.

Io e Maradona sulle punizioni? Diego apprezzava molto il mio modo di calciarle e alla fine dell’allenamento spesso affinavamo questo aspetto. L’espulsione a Usa ’94? La telecamera forse non ha seguito tutta la scena (ride), ad ogni modo ci tenevo davvero molto a quella manifestazione.

Il golf assomiglia molto alle punizioni: anche in quel caso si tratta di visualizzare la traiettoria e di avere fiducia in base a quello che hai visto. L’educazione e l’umiltà? Basta un niente perché le cose vadano bene o male, bisogna sempre avere un equilibrio: il modo di reagire fa sicuramente la differenza.

Tornare su una panchina? Viste le ultime esperienze che ho avuto, ho preferito prendermi una pausa, diciamo un anno di studio. A volte, quando le cose non vanno bene, è giusto fermarsi e mettere in discussione quello che stai facendo per capire cosa puoi fare di meglio e magari crescere.

In cosa sono migliorato? Sicuramente il gol mi ha aiutato (ride). Quando sei coinvolto in quello che fai, a volte le scelte che tu porti avanti sono condizionate.

Se le scelte sono fatte dall’esterno, allora puoi rivisitarle e modificarle e poi aspettare il momento giusto per metterle in pratica e vedere se funzionano. Spero che questo periodo di riflessione possa servire per ritornare al meglio: di sicuro il calcio resta il mio mondo”.

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