Nel 1980, nel quartiere cagliaritano di Fonsarda (costruito intorno alla seconda metà del ‘900), dava i primi calci al pallone un giovine ragazzo che, nel giro di una ventina d’anni, sarebbe diventato uno dei giocatori più amati nella storia recente del Cagliari, la squadra che ha sempre sostenuto (prima da tifoso e poi da calciatore).
Un connubio inscindibile quello tra Andrea Cossu e i colori rossoblù, che rappresentano una regione intera. Il suo percorso è stato lungo (specialmente nelle categorie inferiori), ma a 27 anni è arrivata a sorpresa l’opportunità che ha cambiato completamente la sua carriera: vestire nuovamente (dopo la non felice parentesi del 2005/2006) la maglia del “suo” Cagliari.
Era il gennaio 2008 e il folletto cagliaritano, arrivato dal Verona dove non trovava spazio (e con la guida tecnica di Davide Ballardini), fu tra gli artefici di una salvezza impensabile fino ad allora. Da quel momento in poi, è iniziato un lungo cammino per Cossu e il Cagliari.
Otto anni di intenso affiatamento, per un amore che non conosceva limiti per quella maglia, quei colori e quella gente che, ad ogni gara, lo acclamava a squarcia gola. Nel 2015, dalla gloria si passò alla caduta. Dopo 11 anni di onorato servizio, il Cagliari era caduto nell’inferno della cadetteria e Cossu, insieme a Conti e Pisano, fu tra gli “addii eccellenti” di quella squadra, ma quello del numero 7 non poteva essere considerato un addio, ma bensì un arrivederci.
A due anni dall’addio, potrebbe ricominciare l’avventura di Cossu al Cagliari. L’Olbia è la sua attuale casa, ma ad un eventuale chiamata del Cagliari e del presidente Tommaso Giulini, difficilmente direbbe di no.
Ora il trequartista ha 37 anni. Certamente non è più giovanissimo, ma il suo carisma potrebbe rivelarsi utile, e la prossima stagione diventerebbe così l’occasione per continuare il percorso che bruscamente si era interrotto, per scrivere il finale di una carriera a tinte rossoblù.