Pisano: l'orgoglio, il privilegio, l'onore e quella splendida responsabilità

Francesco Pisano protagonista de La scuola dei bambini

Alexandra Atzori
21/03/2014
News
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L'iniziativa è quella ormai nota de Lo Stadio dei bambini. La scuola è quella elementare di Via Ugo Foscolo a Quartu Sant’Elena. Il protagonista è Francesco Pisano. Arriva in anticipo rispetto all’inizio previsto e così, i giornalisti colgono l’occasione per fare alcune domande al difensore rossoblù. Domande sul suo futuro (il difensore ha il contratto in scadenza nel 2015 ma non sembra affatto preoccupato per questo) e sul momento della squadra che, dopo tre risultati utili consecutivi è stata fermata in casa domenica scorsa contro la Lazio:

«Abbiamo giocato una brutta partita che non ha rispecchiato tutto quello che abbiamo fatto durante la settimana. Ci eravamo preparati bene».

Con il Bologna sarà una partita importante.

«Sì, il Bologna è una squadra tosta ma i punti servono ad entrambe. Mi dispiace non poterci essere».

Riguardo la squalifica di capitan Conti:

«Perdere Conti è una faccenda seria, lui è il capitano, è una grande perdita perché lui è una presenza importante nello spogliatoio».

Come si sono integrati i nuovi compagni?

«Bene, per i nuovi è sempre facile. Noi siamo un gruppo fantastico, siamo tutti amici. È ovvio che una persona si trovi subito bene».

Cosa pensi del mancato utilizzo del tuo compagno di reparto Nicola Murru?

«Il mister prende le sue decisioni durante la settimana. Nicola è un ottimo giocatore e se è stato fuori è solo per scelta tecnica, può capitare a tutti».

Cosa pensi della vicenda stadio?

«Fa pietà. Lo stadio pieno è il nostro dodicesimo uomo in campo, una partita come quella di domenica l’avremmo vinta se avessimo avuto i nostri tifosi».

Dopo questo scambio di battute è il momento di presentarsi di fronte ai veri protagonisti di questa giornata, i bambini. Pisano rimane piacevolmente colpito dalla calda accoglienza riservatagli e risponde anche a tante domande dei piccoli tifosi.

Gli chiedono cosa si prova a fare il calciatore:

«È il sogno di una vita che si è realizzato. Ma, appunto, era un sogno. Non pensavo che sarei arrivato davvero a farlo di mestiere».

Rispondendo a un altro bambino, inoltre, non ha mancato di ricordare che la scuola e lo studio non devono essere abbandonati:

«Io mi sono diplomato ma mi sarebbe piaciuto andare all’università. Però per quello c’è sempre tempo».

Un bambino, evidentemente molto attento alle vicende rossoblù, ha chiesto al difensore cosa si prova ad essere allenati da un ex compagno:

«È strano perché fino a qualche anno fa giocavamo insieme. Non mi sono stupito quando è diventato allenatore perché lo era già in campo. Lopez è un’ottima persona e un ottimo allenatore».

Poi ha conluso:

«Per me, che sono sardo, è un orgoglio vestire la maglia della mia città e della mia Regione. Portare in giro per tutta Italia il nome della Sardegna è un privilegio, un onore e anche una splendida responsabilità».

Alla fine di un’altra serie infinita di domande, alcune delle quali impossibili da sentire per via del rumoroso entusiasmo dei bambini, arriva il momento delle foto: tutti vogliono essere presi in braccio o sedersi a fianco del calciatore. Lui cerca di accontentare tutti e, alla fine, è costretto a tornare al suo posto, cioè in cattedra. Firma la bandiera e poi accontenta tutti i bambini che gli chiedono un autografo, per una giornata che difficilmente dimenticheranno.

Poi ha conluso:

«Per me, che sono sardo, è un orgoglio vestire la maglia della mia città e della mia Regione. Portare in giro per tutta Italia il nome della Sardegna è un privilegio, un onore e anche una splendida responsabilità».

Alla fine di un’altra serie infinita di domande, alcune delle quali impossibili da sentire per via del rumoroso entusiasmo dei bambini, arriva il momento delle foto: tutti vogliono essere presi in braccio o sedersi a fianco del calciatore. Lui cerca di accontentare tutti e, alla fine, è costretto a tornare al suo posto, cioè in cattedra. Firma la bandiera e poi accontenta tutti i bambini che gli chiedono un autografo, per una giornata che difficilmente dimenticheranno.
 

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