Contro la Lazio è andato in scena uno spettacolo che nessuno sospettava essere compreso nel prezzo del biglietto: il museo delle cere in salsa rossoblù.
Infatti, se i più hanno confidenza con le statue presenti nel rinomato museo londinese di Madame Tussauds, ieri nel prato del Sant’Elia i tifosi hanno ammirato le brutte copie dei vari Pinilla, Ibarbo e Nenè.
L’atavica difficoltà di finalizzare il gioco rossoblù è stata acuita da un attacco statico e impegnato più a difendere che a portar effettive difficoltà all’ex Marchetti. L’impegno soprattutto di un Nenè dedito al lavoro sporco non si discute, mentre Ibarbo risulta fumoso e inconcludente, più votato ad una giocata individuale spesso poco utile al resto della squadra.
Una considerazione ulteriore merita Pinilla, probabilmente scoraggiato dalla panchina iniziale, è entrato in campo smanioso di far bene, ma come capitato contro il Chievo a Verona ha sprecato dal dischetto l’occasione che poteva dare una svolta alla partita.
Urge un’inversione di tendenza immediata, perché il Cagliari di Lopez, in generale, gioca bene e non demerita, ma nel calcio si sa quello che conta è fare un goal in più degli altri. La classifica per il momento non è drammatica, ma le prossime partite sono il crocevia che determineranno la possibilità di trascorrere un finale di stagione tranquillo o meno.
Lopez nel secondo tempo ha provato anche a mischiare le carte con una soluzione tattica diversa, ovvero un tridente con Ibarbo e Ibraimi larghi che avrebbero dovuto imbeccare il centravanti Pinilla.
Tutte le attenzioni quindi sono rivolte ad un attacco che teoricamente è uno dei migliori della serie A subito dopo i top delle grandi squadre; senza un contributo degli avanti rossoblù si rischia di pagare un prezzo troppo caro, ben più caro di un tagliando dei vari musei delle cere presenti nelle capitali europee.