Nel giorno della celebrazione del Mito in maglia rossoblù, il calendario beffardo ha designato come avversario della formazione isolana una capolista decisa nel rovinare la festa e lasciare che i tifosi rossoblù provassero forti emozioni solo ed esclusivamente nei minuti precedenti alla gara.
I ragazzi di Rastelli nonostante un’evidente differenza di valori hanno provato ad impostare la gara attraverso un atteggiamento generoso ed attento a non concedere nessuna occasione ad Higuain e soci. Non solo concentrati sul non prenderle, ma vogliosi nel tentare di mettere in difficoltà la Juventus attraverso uno schieramento compatto, dove i vari reparti hanno dimostrato di saper dialogare e seguire un’unità d’intenti. Tanto e degno di nota in casa rossoblù, ma alla prova dei fatti insufficiente al fine di impensierire una formazione che in Italia fatica a trovare avversari credibili.
Una prestazione coraggiosa da parte di diversi interpreti che in altre occasioni ed al cospetto di avversari più abbordabili, non hanno profuso la stessa concentrazione e il medesimo impegno.
Un passivo accettabile che offre un Cagliari più maturo e differente da quello che nel girone d’andata incassava roboanti goleade in giro per lo stivale, ma che pone l’interrogativo su quale debba essere la dimensione di una squadra che lascia intravvedere solo a tratti possibilità diverse.
Il campionato offre ancora tante e diverse opportunità che, da un lato daranno l’occasione al fine di misurare le proprie capacità contro avversari decisamente meno quotati di quelli ammirati domenica sera nel prato del Sant’Elia e dall’altro proveranno ad allontanare l’ipotesi di una lenta e noiosa fine di torneo all’insegna dell’accontentarsi di una salvezza raggiunta con merito e largo anticipo.
Nulla di irraggiungibile per un gruppo che ha il dovere di ricercare nuove certezze, fondamentali al fine di rivolgere lo sguardo verso intriganti e importanti sfide.