Addio ad Angelo Colombo: grazie per quel “primo scudetto” con la maglia del Cagliari

Ripercorriamo la carriera del portiere scomparso oggi

Davide Zedda
13/03/2014
Approfondimenti
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È di stamani la triste notizia circa la morte di Angelo Colombo, il portierone arrivato a Cagliari nel 1960. Con lui in squadra i rossoblù sono passati dalla C alla A, una scalata fantastica ed un’esperienza fondamentale per il proseguo della carriera del portiere nato a Gattinara (VA) il 16 maggio del 1935. Colombo era una colonna di quella squadra che non solo seppe conquistare per la prima volta la serie A nella stagione 1963/1964, ma fu anche artefice dell’incredibile prima salvezza del Cagliari nella massima serie la stagione successiva, 1964/1965.

Un Cagliari spacciato e già condannato alla retrocessione fin dalla fine del girone di andata, fu invece capace di un ritorno strepitoso, da media scudetto che non solo valse la salvezza (un vero e proprio scudetto insieme alla promozione in A della stagione precedente), ma che consegnò alla storia una squadra che aveva in sé la spina dorsale della formazione che negli anni a seguire scombussolò lo stivale del calcio fino arrivare allo scudetto del 12 aprile 1970.

In quel Cagliari che conquistava la prima storica salvezza in serie A, giocavano insieme a Colombo – tra gli altri - niente meno che un giovanissimo e magrissimo Riva, poi Cera, Greatti, Martiradonna, Nenè, Tiddia, Vescovi e altri. Tutti nomi indimenticabili, bandiere rossoblù, leggende come nel caso di Riva, davvero l’ossatura del Cagliari che poi vince lo scudetto.

Dopo l’esperienza in Sardegna, Colombo passò alla Juventus nella stagione 1965-1966 dove gli affidarono il ruolo di riserva di Roberto Anzolin. In tre anni di milizia bianconera vinse lo scudetto 1966-1967. Nella Juventus collezionò complessivamente 5 presenze, tutte concentrate nel 1967-1968, tra cui il derby disputatosi pochi giorni dopo la morte di Gigi Meroni, conclusosi 4-0 per il Toro.

In quello stesso anno disputò anche un incontro di Coppa dei Campioni contro l'Olympiakos.

Venne ceduto al Verona nel novembre del 1968 e in riva all'Adige ricominciò a giocare con più continuità alternandosi tra i pali con Giovanni De Min, Mario Giacomi e Pierluigi Pizzaballa

Al termine della stagione 1972-1973 all'età di 38 anni, abbandonò la Serie A per scendere di categoria giocando altri due anni nell'Omegna prima dello stop definitivo.

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