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Il cantiere a cielo aperto

Tanti, forse troppi esperimenti in casa rossoblù

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Considerare la Coppa Italia come terreno fertile per esperimenti propedeutici al campionato, è lecito, ma poco elegante; la formazione schierata al fischio d’inizio al “Tardini” ha aspetti condivisibili ed altri meno. Ad eccezione del portiere Brkic, tutti i nuovi arrivi sono scesi in campo palesando un’insufficienza di lavoro con il resto del gruppo. Cosa Zola volesse vedere in simili condizioni non è dato a sapere, ma onestamente non si ci si poteva aspettare niente di diverso.

Sau in effetti ha avuto l’occasione per mascherare e tramutare in gioia una serata all’insegna degli esperimenti e dei debutti, ma l’attaccante di Tonara, complice un po’ di ruggine accumulata, ha sprecato l’occasione consegnando il pallone tra le mani di Mirante.

Tralasciando il caso Conti, schierato in una posizione inedita e francamente controproducente, abbiamo visto la terza formazione e relativo modulo differente, in tre partite diverse.

Esperimenti, prove tattiche e svariati interpreti devono necessariamente portare a delle certezze nella testa dell’allenatore. Perché se Cesena e Parma hanno una caratura largamente insufficiente per mantenere la categoria, nel proseguo del campionato la ricerca di sicurezze e punti fermi è d’obbligo e auspicabile. Un Sau recuperato e la conferma di Donsah possono essere i primi tasselli al fine di puntellare una formazione che vede nei vari Brkic, Rossettini, Avelar ed Ekdal interpreti imprescindibili e di sicuro affidamento.

Udinese e Sassuolo sono due banchi di prova importanti e fondamentali, per una squadra che dovrà dimostrare quanto il cambio di guida tecnica abbia giovato non solo a parole. Non resta che attendere, nella consapevolezza che urge guardare solo la classifica: il tempo di prove ed esperimenti è finito.

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